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Novità > CRITICA MUSICALE
A PROPOSITO DI
concorsi ! Nel nostro ambito di interesse, quelli musicali e nello specifico, di pianoforte. Anche se,  in quanti concorsi - ufficiali o sottointesi, obbligati o facoltati, inservibili od estenuanti – ognuno di noi é già passato sotto questa forca caudina sentendo di perdere la salute ( mentale ) in forza del profondo significato della parola ( v. Treccani e rifletti bene ) . Convinti anche della buona fede reciproca !.
Non ricordo quale sia stato il primo concorso pianistico apparso sulla nostra Madre Terra, almeno centoventi anni fa e inevitabilmente estintosi.
Ma, Signore e signori, questi primi concorsi, Ginevra, Bolzano, il premio Consolo, Parigi e veramente pochi altri come anche pochi erano i concorrenti, gettavano sui palchi di tutto il mondo quelli che da noi sono stati considerati i piu' grandi pianisti , anche se non primi premi. Sappiate che Artisti come Benedetti Michelangeli, Lazar Berman, Ashkenazy, Maria Tipo, Pogorelic, hanno ricevuto anche dei secondi e terzi premi o addirittura sono stati eliminati in finale MA tanti altri, stelle del firmamento pianistico, di concorsi non ne hanno fatti nemmeno uno... . Poi, dagli anni '60 divenuto più palpabile frutto di un ideale miraggio, il nostro Soggetto é dilagato specialmente in Italia, come imparentato con una famosa erbetta aromatica che porta il nome di prezzemolo.
Torniamo ai tempi in cui anche lo scrivente si e' trovato coinvolto in questa giostra e quando i concorsi sono diventati, in una scala di valori, uno spunto turistico, uno sfoggio di ceto, un meandro di intrallazzi, l'occasione vecchia come il mondo “di socializzare”, uno stimolo per formare al meglio se stessi, la soddisfazione di vincere, diventare celebri. Lascio comunque al lettore la facoltà di scelta direzionale della suddetta scala... .
Prova ne e' che da una ventina di aspiranti, del tipo dei nomi succitati, si e' passati a cifre da record che ancora oggi paiono incredibili. 300/700 concorrenti e anche più. Quanto era carino muoversi nelle vie di quelle lungimiranti cittadine percependo nell'etereo un senso felliniano. Dai comportamenti più strani-stupidi dei concorrenti o dei loro parenti e/o amici accompagnatori alle impressioni dei gironi danteschi davanti alla porta della sala dove per qualche motivo dovevi appoggiare un orecchio per non voler sentire la bravura del concorrente prima di te. E il momento in cui la stessa si apriva, offrendoti una gigantesca, terrificante ed abbagliante vista sul fondo dove ti aspettavano il pianoforte ( mai più di un mezza coda e mai messo a punto correttamente ) ed in qualche punto profondamente ponderato, le espressioni più spiazzanti dei signori della giuria, dove lo mettiamo ?

Fine della prima parte.

Parte Seconda
Ma non e' neanche di questo che voglio parlare. Veniamo al periodo seguente quando, sinceramente, mi e' passata la voglia, ed ho potuto avere la soddisfazione di portare alla vittoria miei allievi. Questi partivano cavallerescamente con la nozione principale e fondamentale di un'esecuzione ragionata, filologica, interpretativa profonda, stilisticamente centrata condita con una disciplinata scelta delle velocità, aromatizzata con un pizzico di personalità ed al loro ritorno si parlava di quello che aveva ottenuto quel punto in più in classifica perché aveva eseguito un brano più difficile tecnicamente, e basta. O, addirittura un pezzo suonato da un dodicenne che fino ad allora era eseguito da un ventenne. Incuriosito dalla novità, iniziai ad osservare quanto accadeva nello scorrere dei tempi, ed arriviamo ai primi di questo Secolo, quando per me inspiegabilmente, fui certo, vedendo i risultati di quasi tutti i concorsi, che vince chi suona sempre gli stessi brani altamente virtuosistici, più veloce possibile e sfoggia sicurezza che diventa ostentazione, inevitabilmente accompagnata da una mortale assenza di interpretazione, anziché almeno essere fedeli al testo rispettando quindi le varie dinamiche indicate dai compositori, o addirittura senza la minima dimostrazione di sensibilità personale, dimostrando magari di cercare un proprio suono, o quando mai, come detto, una punta di originalità.
Scandaloso. Ma non basta. Una volta se andava bene vincevi delle Lire, magari anche un milione, circa  512 euro, e a volte qualche concerto premio. Oggi, anche 10.000= euro, a volte per quanto promessi, ma al premio corrispondente un bel -non assegnato- ed una quantità incredibile di concerti premio per associazioni musicali che fanno sentire al loro pubblico il qualitativo musicale di cui parlavamo sopra. Povero pubblico, che ascolta ma non sa o peggio non vuole giudicare ed applaude decretando un inevitabile successo della serata senza immaginare che differenza esiste fra un'esecuzione da concorso e quella da concerto . Una considerazione : oggi in certi concorsi i partecipanti trovano dei pessimi strumenti oppure gran coda di qualità stellare.
Non abbiamo inoltre parlato delle Giurie.
Il giurato per antonomasia, normalmente lo dobbiamo andare a conoscere su Internet, per sentirci delle nullità dopo che abbiamo letto che ha partecipato a venti masterclass con altrettanti docenti e le sue interminabili gesta in giro per il Mondo ed in qualche pianeta a noi prossimo. E' allora che il Distratto decide ad occhi chiusi di partecipare a quel dato concorso o viceversa sentirsi così avvilito da dedicarsi alla lettura di Pavese o Garcia Marquez.
Alcuni organizzatori viceversa, riportano la classica frase “ la giuria sarà composta da eminenti personalità e celebri e qualificati musicisti “ e via così. In altri bandi vengono riportati nominativi che riappaiono da almeno vent'anni o anche giovani con poca esperienza e cosi accade il peggio. Chi sa perché  non vengono invitati anche direttori d'orchestra, musicologi, critici ? Ultimamente, proprio di persona, ho assistito ad un concorso internazionale dove tre quarti dei giurati non ha capito nulla eliminando alla prima prova talenti evidenti premiando i migliori mitraglieri. Caro lettore che stai seguendo questa mia, ti ringrazio della pazienza e ti rimborserò quanto prima della caduta precoce di alcuni dei tuoi preziosi capelli, ma prima voglio ancora informarti su una storica veemenza delle giurie. A fine categoria, o fine concorso, molti disperati  chiedono chiarimenti e, al loro posto si prende il fardello il Direttore Artistico che il più delle volte risponde senza dire niente se non con frasi fatte, dando così l'impressione di aver colloquiato con Rocambole o Mandrake, Allora diventa un'esperienza veramente invidiabile, avrete capito tutti il perché.


Fine Seconda Parte.


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